L'immagine è forte. Il messaggio è chiaro.
Un volto di donna, marchiato con insulti, minace e intimidazioni, le stesse che subiscono realmente ogni giorno le immigrate del nostro Paese.
Questa volta, però, le offese sono tatuate sul loro volto come denuncia per le violenze e i sopprusi sopportati, troppo spesso senza possibilità di reazione o denuncia. L'Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica -UNAR- ha dato il via alla campagna di sensibilizzazione: -Donne straniere contro ogni discriminazione-. L'UNAR ha la funzione di garantire l'effettività del principio di parità di trattamento fra le persone e di vigilare sull'operatività degli strumenti di tutela vigenti contro le discriminazioni.
L'obiettivo della campagna è quello di lottare contro le doppie discriminazioni: maschilismo e razzismo. Le stesse discriminazioni che toccano le donne italiane diventano doppie se la donna è straniera. Essere straniera ed essere donna è un binomio che rafforza le diseguaglianze. Una colf, una badante, una cuoca che è pure straniera è degradata della dignità, le viene negata una vita sociale, relegata ad entità minore, non è riconosciuta e la responsabilità è solo nostra, della colletività; nostra che guardiamo con occhi discriminatori. Da oggi, quell’immagine forte di volto -marchiato-, ci fisserà e interrogherà dai retro dei bus, treni e nelle stazioni delle maggiori città del Paese. Uno spunto di riflessione, si spera, per iniziare un processo di cambiamento delle coscienze, per riuscire a superare stereotipi e stigmatizzazioni crudeli e dannose.
22 Marzo 2011